sabato 20 dicembre 2008

L 'INQUILINO DENTRO


È una storia raccontata in prima persona. Il protagonista ha subito una sorta di scippo. Qualcuno si è intrufolato nel suo appartamento e lo ha occupato. In breve tempo comincia a spadroneggiare, relegando il legittimo proprietario a un ruolo marginale.
Quest’ultimo cerca di mandare via l’occupante molesto, ma scopre di non avere armi a disposizione. Nessuna legge lo tutela, nessuna forza pubblica può intervenire per sfrattare l’intruso. Intruso che, come si scopre presto, è un personaggio enigmatico, a metà tra il fiabesco e il reale. E si scopre inoltre che il fantomatico signor P. è la personificazione della malattia che ha colpito il protagonista: la malattia di Parkinson. Simboli e scene realistiche si alternano. Il racconto vuole essere veloce, tessuto con un tono umoristico e un linguaggio leggero, costruito come un pastiche. Spuntano qua e là le esperienze più disparate: entrano a far parte del discorso frammenti di canzoni di Julio Iglesias o Tom Waits, o momenti di opere letterarie celebri, da Baudelaire a Rilke, passando per Shakespeare.Ecco la prima reazione del protagonista, quando scopre di avere il Parkinson e cerca di nasconderlo alle persone che incontra:«Chi mi guarda e vede le mie mani in perenne movimento non pensa al signor P. Va per le spicce: guarda quel tizio come ha bevuto, alle nove del mattino. Guarda che sbronza che sfoggia a quest’ora. Oppure: chissà che pasticche prende quello lì. Oppure: guarda come si sfonda di canne. Oppure: è fatto di eroina come una cocozza, non lo vorrebbero neanche a San Patrignano. Caro fruttarolo, cara cassiera della banca, caro impiegato delle poste, che devo dirti? Come mi giustifico? Potrei suggerirti io stesso una battuta preconfezionata. Cos’hanno in comune la brava massaia e l’overdose? Tutt’e due stendono il bucato. Come faccio a dirti che la mia vita è cambiata da quando la dopamina ha preparato sul letto la valigia di un lungo viaggio e senza dirmi niente ha trovato il coraggio? Come faccio a dirti che sono astemio, che non ho mai fatto uso di droghe né leggere né pesanti, e che al massimo fumo qualche sigaretta, giuro, si-ga-ret-ta, specialmente da quando ho letto sul sito di Michael J. Fox, anche lui affetto da Parkinson, che la nicotina contrasta l’inarrestabile incedere del signor P.?E così, caro fruttarolo, cara cassiera della banca, caro impiegato delle poste, ho cominciato a nascondermi. O a pensare stratagemmi capaci di mascherare il mio malessere. Sai, prima di uscire di casa levavo i soldi dal portafogli e li mettevo nella tasca sinistra. A sinistra, perché la mano destra tremava troppo. La dopamina mi manca specialmente nell’emisfero sinistro del cervello. La mano destra restava in tasca, in spregio ad ogni regola della buona creanza, mentre con la sinistra lasciavo scivolare nelle tue mani: a) i soldi; b) il modulo; c) il bollettino di conto corrente postale. Dovevo fare in fretta, prima che il tremolio mi sorprendesse con la mano a mezz’aria. Alle tue mani, fammi appoggiare alle tue mani. Se la mia, di mano, rimane in tensione, nel giro di due secondi vibra come i petti dei francesi durante la Marsigliese. Non me lo posso permettere. Capiresti tutto, caro fruttarolo, cara cassiera della banca, caro impiegato delle poste. E io non voglio che tu capisca. Non voglio che tu mi giudichi.»Altro esempio: siamo al momento in cui il protagonista decide di vivere appieno nonostante la presenza ingombrante. Capisce che può sfruttare come un vantaggio l’invalidità che consegue alla malattia:«Pensate alle frittate, sbattute come da pochi altri mai. A zabaioni inediti, figli dell’eterno movimento. Il tuo dramma è la maionese impazzita? No problem, brava massaia, ghe pensi mi. La maionese per me non ha misteri né segreti. Vedi cara, come ho già spiegato dalla Clerici, il trucco consiste nel girare imprimendo nel contempo una vibrazione secondo una direttrice uguale e contraria. Eh, cara mia, mica tutti la possono fare. Sa, sono doni di natura.Lasciamo la cucina e le casalinghe disperate e cambiamo area: zona fitness. Fate un giro per le tv private: venditori vestiti come il signor P., ma un po’ più ululanti, vi convinceranno che il futuro del mondo è nella vibrazione. Piazzeranno modelle poppute e callipigie su pedane vibratili, le quali faranno oscillare muscoli e pannicelli adiposi fino alla resa incondizionata degli inestetismi della cellulite. O se si vuole, fino al deliquio dei pochi spettatori interessati all’articolo.Anche la buzzicona più disperata, nel breve volgere di poche applicazioni, potrà sfoggiare un fisico da superpassera. Chissà se le verrà anche l’accento caraibico della ragazzotta abbronzatissima, che sguinzaglia pettorali in subbuglio. Tremo davanti al tuo seno.I benefici investiranno anche il grande gluteo, provvidenzialmente evidenziato in blu, che gode dell’effetto rassodante miracoloso della pedana oscillante. La parte summenzionata, grazie a un generoso effettaccio di morphing, abbandona la sua incerta difformità ameboide per eguagliare l’archetipo della forma assoluta: l’Idea platoniana – si badi bene, non platonica – di culo».Se all’inizio della storia il signor P. è inafferrabile e sfuggente, dopo qualche tempo incontra il protagonista. Il primo approccio non è molto felice, ma a poco a poco aumenta la familiarità tra i due, al punto che il signor P. sarà semplicemente Giacomo. Questo insolito connubio tra vittima e carnefice attenua la rabbia del protagonista, ma non ne smorza la voglia di sfrattare l’occupante. Se nessuna istituzione riesce ad aiutarlo, Francesco decide di costringere Giacomo alla fuga semplicemente denunciandolo, puntando i riflettori contro di lui. Potrà aiutare se stesso solo se riuscirà ad aiutare chi si trova nelle stesse condizioni. Ecco che, con una sorta di gioco di specchi, nel racconto irrompe il racconto. Compare l’idea del libro, che ha il compito di far luce, o come si dice oggi, di sensibilizzare. All’inizio sembra come quando a Caltaracchiotta, comune di 1500 anime, viene organizzata una marcia contro la politica aggressiva di George W. Bush. La Casa Bianca non trema certo. Né il presidente né Condoleezza sapranno mai dell’esistenza dei cittadini pacifisti, ma gli abitanti di Caltaracchiotta si sentiranno un po’ meno lontani da Washington D.C., da Baghdad o da Kabul. Poi però capita davvero che i riflettori si accendano. Che parlando parlando, tra le stanze di una piccola casa editrice, salotti televisivi e scaffali delle librerie, arriverà davvero qualche soldo per la ricerca. E capita che un giovane ricercatore italiano che stava meditando una fuga oltreatlantico, perché qui ha un contratto cocopro da settecento euro, scopra qualcosa di determinante per la cura, ed entro tempi che non richiedono l’ibernazione del paziente. Lieto fine, dunque. A sottolinearlo è una lettera di addio del signor P., che alla fine diventa una metafora di tutto il male del mondo.

domenica 26 ottobre 2008

DI PARKINSON NON SI MUORE MA ....


DI PARKINSON NON SI MUORE MA SI VIVE MALE Le 'nuvole' di Rosetta Rossini su tutta l'Italia per raccogliere fondi a favore della ricerca contro il morbo che colpisce molti giovani.
La chiamano 'tremarella dei vecchi' ma e' il morbo di Parkinson. La malattia 'che colpisce di di piu' al mondo, soprattutto i giovani', Il Parkinson 'non uccide, ma ti fa vivere male, ti toglie la voglia di vivere'. E lo dice chi di voglia di vivere ne ha da vendere: Rosetta Montuoro Rossini, che ogni giorno sperimenta su di se' la malattia e che ha ideato la manifestazione 'Le nuvole in cielo, l'Abruzzo in terra' per sensibilizzare gli animi sul morbo che non uccide ma fa vivere male. Si tratta di una manifestazione itinerante che attraversa mezza Italia, Pescara, Ancona, Bari, Catania,Firenze, Genova, Milano, Parma, Roma, Trento, Vicenza, Sulmona, Corropoli, San Vito chietino. Si comincia a Sulmona il prossimo 8 novembre 2008 e si chiameranno 'giornate Parkinson che si concluderanno nel luglio 2009 nella suggestiva badia di Corropoli. Il sindaco della cittadina Paolo D'Aristotele ha sottolineato in conferenza stampa,svoltasi a Pescara nella sede dell'associazione di volontariato 39A diretta da Muni Cytron, che tutte le amministrazioni dovrebbero essere cosi' lungimiranti da ospitare eventi cosi' importanti per tante persone. Scrittori come Dacia Maraini, testimonial dell'iniziativa, poeti, pittori, artisti e amministratori pubblici, hanno dato l'adesione alla promozione delle 'nuvole' come le chiama la battagliera signora Rossini che ha organizzato l'evento con tenacia e passione. L'associazione Parkinson e gli organizzatori delle 'nuvole' presenteranno un ciclo di conferenze in tutta Italia a cui sono abbinati eventi culturali e gastronomici. Tante le persone che hanno creduto nel progetto e ci stanno lavorando con tutta la dedizione possibile. A cominciare dal professor Marco Onofrj, dell'universita' di Chieti, che ha 'accettato di presiedere il comitato scientifico e riunito i ricercatori che, nelle varie tappe, illustreranno le nuove cure che progressivamente la scienza e la ricerca scoprono' e mettono a disposizione dei pazienti. La pittrice Anna Seccia ha ricreato la sua arte azzurra su un foulard realizzato dalla Santostefano di Italo Ferretti. Arte da indossare. Il ricavato della vendita del foulard sara' devoluto all'associazione contro il Parkinson.E poi ancora, la poetessa Mara Seccia si e' espressa con le sue poesie dialettali; Tiziana D'Orazio e Tiziana Savini hanno fatto ricerca su antichi spartiti abruzzesi; Giancarlo Costanzo, della Pescara Art Evolution ha riunito alcuni amici artisti per organizzare mostre;Annamaria Fusco ha scritto i testi. Rappresentazioni si terranno nel centro turistico Isola Verde di Bomba, nel teatino, diretto da Rosaria Rosaria Nelli. Importante anche il sostegno di Massimo Pamio, editore di Noubs; Antonio Giammarino, fotografo eclettico e Vittorio Di Boscio, autore di 'scorci e tetti'.Coinvolta anche la Pescara calcio, malgrado i tanti problemi in attivo. Conclude Rosetta Rossini:'Tutto l'Abruzzo (ma anche l'Italia) in terra per portare avanti questa crociata. Alziamo il capino e mettiamoci in prima linea per raccogliere fondi e aiutare la ricerca contro il morbo che non uccide, ma fa vivere male

venerdì 26 settembre 2008

M U S I C A


Cantare mentalmente aiuta i malati di Parkinson a camminare meglioUno studio della Mie University School of Medicine di Tsu in Giappone, firmato dai ricercatori Japan Masayuki Satoh Shigeki Kuzuhara, suggerisce che i disturbi della deambulazione nei parkinsoniani possano essere migliorati con la musicoterapia, e più semplicemente istruendo i malati a cantare mentalmente una canzone di riferimento. I malati di Parkinson devono fronteggiare quotidianamente la difficoltà di un corpo che non risponde in modo coerente alla loro volontà, non solo per effetto del classico tremore ma anche per via di disturbi più o meno pronunciati nella deambulazione. Lo studio, condotto su 8 pazienti con Parkinson di grado moderato, si è rivelato un vero successo tanto che i pazienti hanno imparato a utilizzare questo sistema nella vita di tutti i giorni per migliorare la loro andatura. Il risultato è stato raggiunto per gradini progressivi, prima invitando pazienti ad ascoltare una canzone ben ritmata, poi a battere il ritmo con le mani, poi a cantare e battere il ritmo fino ad arrivare a cantare mentalmente camminando. Gli scienziati ritengono che l'azione della canzone sia dovuta alla componente ritmica che agisce sulle strutture cerebrali denominate "gangli della base". «Queste strutture servono in tutte quelle azioni dove sia necessaria una programmazione motoria - spiega Luisa Lopez della Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani (fondazione-mariani.org)- che nel Parkinson sono danneggiate. Il ritmo della canzone cantata mentalmente senza dubbio esercita un'azione regolatrice su queste strutture». Lo studio è stato ripreso sul numero odierno di Neuromusic News, la newsletter della Fondazione Mariani che è diventata in questi anni il punto di riferimento italiano e mondiale per gli studi su musica e cervello, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica European Neurology. Rappresenta la prima prova scientifica di un metodo empirico da tempo utilizzato dai terapisti per migliorare la deambulazione nei Parkinsoniani, che utilizzava stimoli visivi e uditivi come strisce sul pavimento o l'uso di un metronomo. Questo metodo ha l'evidente vantaggio di basarsi piuttosto sulla sollecitazione di un ritmo interno, e di essere facilmente sperimentabile dalla maggior parte dei pazienti.

lunedì 22 settembre 2008

NUOVO BLOG


Si chiama semplicemente Too, ed è il blog di Sergey Brin storico co-fondatore di Google. Non aspettatevi però un spazio dal taglio tecnico, proprio come milioni di altre persone nel mondo, quello di Brin è un blog personale e slegato dalla sua attività lavorativa. Too non poteva che essere ospitato dalla piattaforma Blogger (all'indirizzo too.blogspot.com ). Essenziale il contenuto del primo post: ”Welcome to my personal blog. While Google is a play on googol, too is a play on the much smaller number - two. It also means "in addition", as this blog reflects my life outside of work”. Tra i primi temi affrontata da Brin figura il morbo di Parkinson, malattia a cui anche egli stesso si è scoperto predisposto.

NUOVE STATISTICHE


Parkinson sempre più giovane, 1 malato su 4 ha meno di 50 anni Parkinson sempre più giovane: la dice lunga il fatto che un malato su quattro ha meno di 50 anni. E le prospettive, su questo fronte, non sono certo rosee. "L'incidenza della malattia tra giovani - spiega Fabrizio Stocchi, a capo del centro sulla malattia neurodegenerativa dell'Irccs San Raffaele di Roma - è in costante aumento". Cresce, dunque, il popolo dei parkinsoniani che ha spento non più di 40-50 candeline. E non mancano poi i giovanissimi, un esempio su tutti il 'testimonial' scelto dall'European Parkinson's Disease Association (Epda) per l'appuntamento madrileno. Si tratta di Tom Isaacs, britannico, molto giovane e colpito dalla malattia, "un vero e proprio big ban" come la definisce lui stesso, ad appena 27 anni. Se da un lato, dunque, "preoccupa l'invecchiamento della popolazione che ci induce a stimare - spiega l'esperto - che dagli attuali 1,2 mln di malati europei si passerà a 1,4 mln nel 2012, dall'altro lato ci preoccupa vivamente l'aumento della patologia tra i giovani, soprattutto tra i 40enni e i 50enni".

martedì 2 settembre 2008

LETTERA DI BRUNO LAUZI


LETTERA APERTA A MISTER PARKINSON
Egregio Signore,non è con piacere che le scrivo questa lettera, ma d’altra parte avrei dovuto parlarle a quattr’occhi, affrontarla di persona, sopportare quel suo subdolo modo di fare che è quanto c’è di peggio per far perdere la pazienza anche ad un santo, figuriamoci a me. Le scrivo, come può notare, col computer, perché la mia calligrafia s’è fatta illeggibile e così minuscola che i miei collaboratori devono usare la lente d’ingrandimento per riuscire a decifrarla… Perché le scrivo?E’ presto detto: io ho superato con una certa disinvoltura l’imbarazzo che lei ( l’ho scritto senza maiuscola, non la merita) mi ha creato chiedendo pubblicamente la mia mano ed ovviamente ottenendola. Convivere con un ufficiale inglese a riposo, già condannato nel Punjab per ripetuti tentativi di violenza neurologica su qualunque essere di qualunque specie( le cose si vengono a sapere, come vede…) non è stato facile, la mia è una famiglia è all’antica e non ha apprezzato. Ma ora lei sta esagerando, signore, glielo devo dire. Quando è troppo è troppo, e il troppo stroppia!C’è un proverbio arabo che dice:” Se hai un amico di miele non lo leccare tutto”, invece lei s´approfitta d´ogni rilassatezza, dell´abbassamento della guardia nella vita quotidiana, ci proibisce di pensare ad altro, contando sulla superficialità con cui io ho affrontato l’insorgere del male… si sa, gli artisti sono farfalloni incoscienti… no, vecchio caprone, non le sarà facile, né con me né con gli altri, la Resistenza è cominciata. Perché, vede, io e i miei fratelli e sorelle malati abbiamo tante cose da fare, una vita da portare avanti meglio di così! D’ora in avanti prometto che starò più attento ai consigli dei miei dottori, e che mi impegnerò maggiormente nell’aiutarli nella raccolta dei fondi necessari per la ricerca. Anzi sul tema della solidarietà mi ci gioco una mano, la mano che, pitturata e serigrafata fa da piedistallo ad una poesia contro di lei, colonnello dei miei stivali, funzionando da incentivo a dare…già, poiché a chiunque faccia un’offerta per la ricerca verrà inviata “ LA MANO” come ricordo e memento…Siamo in tanti, tante mani si leveranno contro di lei e cercheranno di restituirle colpo su colpo fino a quando non riusciranno ad acchiapparla per la collottola e mandarla all’Inferno cui appartiene, bestiaccia immonda, sterco del demonio, nostra croce senza delizie…Parola mia, di questo omino per molti un po’ buffo, per altri un po’ patetico, ma che vive il sogno di poterla, un giorno non lontano, prendere a schiaffi.A mano ferma. Mi stia male e a non rivederla.
Bruno Lauzi

giovedì 28 agosto 2008

Sara' vero ?


Madrid, 26 ago. (Adnkronos Salute) – E' il tratto distintivo del Parkinson, impresso nella memoria dell'opinione pubblica mondiale dalle immagini di papa Woitjla o del gigante della boxe Mohammed Alì piegato dalla malattia. Eppure il tremolio che accompagna questa patologia neurodegenerativa sembra essere ormai "nient'altro che un brutto ricordo". Un terzo dei malati, infatti, non sviluppa questo tipo di sintomo, mentre per tutti gli altri "nel 90% dei casi - spiega Angelo Antonini, docente di neurologia all'università Milano-Bicocca, a margine di un incontro a Madrid, dove è in corso il XII congresso dell'European Federation of Neurological Societies – è possibile tenerlo a bada grazie alle terapie attualmente in uso". In pensione o quasi, dunque, il sintomo per antonomasia del Parkinson, ma la strada per chi fa i conti con questa malattia resta innegabilmente tutta in salita. Oltre ai problemi motori e muscolari, infatti, ansia, depressione, apatia e attacchi di panico rendono un inferno la vita di questi malati. In particolare, la depressione è il sintomo 'Cenerentola' per eccellenza. Affligge, infatti, "ben un parkinsoniano su due - spiega Anthony Schapira, docente di neurologia al National Hospital and Royale Free Hospital di Londra - anche se parte della letteratura sostiene che la percentuale sia ben più alta, ovvero si aggiri attorno al 76%". Tutta colpa della dopamina, il neurotrasmettitore le cui alterazioni sono coinvolte nell'insorgenza del Parkinson, che "incide anche sulla sfera emotiva - sottolinea Antonini - alterandola". Eppure il 'mal di vivere' finisce spesso per passare in sordina. "In uno studio condotto in 50 centri italiani, ad esempio, emerge che solo un terzo dei malati di Parkinson alle prese con la depressione riceve una terapia contro il male oscuro. Eppure - prosegue Antonini - questa condizione incide significativamente sulla qualità di vita dei pazienti". Anche se, a dire il vero, non sempre l'antidepressivo rappresenta la soluzione per questi pazienti. I sintomi depressivi, infatti, persistono in circa la metà dei malati di Parkinson che riceve farmaci ad hoc. Per questo, gli studiosi stanno passando sotto la lente di ingrandimento una molecola già in uso per tenere a bada i sintomi del Parkinson, che potrebbe tuttavia rivelarsi preziosa anche come antidepressivo. "Si tratta - spiega Antonini - del pramipexolo, che interagisce sul sistema della dopamina e su quegli squilibri biochimici che accendono la malattia". I primi risultati, intanto, "lasciano ben sperare. Il profilo recettoriale di pramipexolo potrebbe essere responsabile delle possibili proprietà antidepressive della molecola. Se identificati correttamente, dunque, i pazienti con Parkinson e afflitti da depressione - conclude l'esperto - potrebbero riconoscere in questa la terapia migliore per salvaguardare, per quanto possibile, il loro stile di vita". La Boehringer Ingelheim, azienda produttrice della molecola, è intanto a lavoro su una nuova formulazione del pramipexolo, per sostituire le tre pasticche giornaliere attualmente in uso con un'unica compressa. All'appuntamento madrileno sono stati presentati gli studi di farmacocinetica, fase I, della nuova formulazione.